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La bottega dei miracoli di neurowear

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Si dice che l’unico limite alla creatività sia la nostra immaginazione. Un’immaginazione che nasce dal cervello che, come sappiamo, durante la produzione delle idee emette onde celebrali. Non so se in futuro sarà possibile estrarre le idee dalla testa e conservarle come fa Silente in Harry Potter, ma di sicuro esiste una bottega delle meraviglie dove la magia diventa realtà. È la bottega neurowear di Tomonori Kagaya.

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Alla Social Media Week di Milano, durante il keynote del 20 febbraio sulle “Wearable Technologies”TKM ha mostrato cosa ha costruito e cosa sta sviluppando il suo team. La fonte di tutto è l’implementazione continua di un algoritmo in grado di convertire l’attività neurale del cervello in comandi per device tecnologici. Per fortuna, il sensore non è in grado di leggere la mente: probabilmente non lo farà mai, però è in grado di rilevare cosa si desidera, sia dal punto di vista conscio che inconscio.

Il risultato è l’associazione dell’impulso con il dispositivo che si indossa. Necomimi, per esempio, sono delle orecchie di gatto che si indossano sulla testa. Il sensore registra l’umore della persona cambiando posizione in base al grado di attenzione o relax. Di pari passo c’è Shippo: un gadget in grado di attirare l’attenzione dei passanti. Si tratta, infatti, di una coda da posizionare sopra i pantaloni, pronta a rispondere agli stimoli visivi.

E di stimoli visivi si alimenta anche la Neurocam: un accessorio da posizionare sulla testa per utilizzare uno smartphone e registrare i ricordi felici della giornata. Una sorta di tecnologia à la Black Mirror per raccogliere la nostra vita sotto forma di mini video. E non dimentichiamoci di Mico, un casco che riesce a programmare la riproduzione musicale in base all’umore di chi lo indossa.

chicco

Tutti questi dispositivi rappresentano i primi passi in un settore,  quello dei wearables, che salvo imprevisti crescerà enormemente nei prossimi anni. Gli algoritmi e i sensori diventeranno così precisi da poter essere utilizzati in campo medico e militare, e nel settore privato permetteranno di costruire sistemi domotici affidabili e automobili capaci di leggere la destinazione nella nostra mente.

Il tema di questa edizione della Social Media Week è stato “The Future of Now: Always-On, Always Connected”. Se tutto sarà connesso, probabilmente lo sarà anche il nostro cervello.  Ebbene, ne abbiamo avuto un assaggio.

Kiro


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